Malvasia 1999

Ispirato dal mondo vegetale, la mia visione si riflette nel modo di ricreare l’armonia, la purezza, l’eleganza che troviamo in natura in tutto quello che faccio quotidianamente, il modo di preparare i miei campi, di imbottigliare con il mio cantiniere e di etichettare i migliori risultati del mio lavoro, le mie “annate”, con i quadri che dipingo per terra all’aperto la mattina all’alba.

Edi Kante

 

 


MALVASIA 1999

“le alghe”

Il profumo e il sapore del mare



DENOMINAZIONEVenezia Giulia IGT
UVA e VITIGNOSi ottiene da uve 100% Malvasia, raccolte a mano.
VIGNAAttentamente selezionata nel tempo si trova ad un’altitudine media di 250 m s.l.m. nel Carso Triestino. Con una densità d’impianto di 7.500 piante per ettaro, una resa di 800 gr per pianta e un sistema di allevamento a Guyot singolo, da 20 anni simbolo della ricerca autoctona della cantina.
in CANTINAScelta di stagione in stagione delle varietà speciali di uve bianche che presentano le caratteristiche adatte. Fermentazione in assenza di solforosa e permanenza in barrique vecchie per 12 mesi. Successivo assemblaggio in acciaio per una naturale stabilizzazione. Affinamento e maturazione, i passaggi decisivi, avvengono in bottiglia in condizioni di cantina naturali a 12 gradi di temperatura costanti in una cantina, scavata nella roccia, che ricrea le medesime condizioni di umidità, temperatura e pulizia delle cavità carsiche. L’imbottigliamento avviene senza filtrazioni.
ANNATAL’annata 1999 può essere definita un’annata storica. Dal punto di vista climatico si sono registrate le condizioni ottimali durante tutte le fasi produttive. Annotiamo una primavera mite e un’estate calda e asciutta. Durante il periodo vendemmiale la mancanza di precipitazioni ha favorito un’ottima maturazione delle uve. Al momento della raccolta le varietà di vite erano in piena maturità a coronamento di un’annata eccezionale che noi abbiamo battezzato “l’annata dell’intensità di luce”.

 


Temperatura m.
12,5°C
Pioggia p.v.*
573 mm
Data di vendemmia
20 settembre 1999
Giornate di sole p.v.*
97

*periodo vegetativo

NOTE di DEGUSTAZIONEColoreGiallo paglierino acceso.
ProfumoVentaglio odoroso prevalentemente floreale
con sentori di biancospino, ginestra, camomilla, fiore di tiglio, zagara. Leggere note fruttate di arancia candita e pera. Effluvi di roccia carsica e mineralità terrosa.
SaporeVino di struttura potente e morbida. In bocca si presenta caldo, equilibrato con molta sapidità e ritorni di crema al limone. Ottima corrispondenza tra naso e bocca. Nel bicchiere continua a sprigionare nel tempo sempre nuove sensazioni.
DATI TECNICIGradazione alcolica: 13,5% vol
Acidità totale: 5,3 g/l
Formati: 1,5L
Bottiglie prodotte: 3000
Temperatura di servizio: 10°C


il CARSO


il clima
Il Carso si pone come un’area di transizione tra il clima mediterraneo e prealpino. Il clima della zona carsica può dunque essere definito di transizione fra l’Atlantico e il Continentale. In virtù dell’influenza del mare e del clima mediterraneo, le temperature in quest’area, pur mantenendo notevoli sbalzi di temperatura, non si abbassano tanto da recar danno alla vite e anche le più elevate temperature estive non raggiungono livelli tali da poter direttamente condizionare la crescita e lo sviluppo. Le precipitazioni complessive durante l’anno sono normalmente comprese tra i 1000mm, nella zona più meridionale e i 1400mm in quella più settentrionale, evidenziando un gradiente da sud-est verso nord-ovest; lungo il versante costiero le precipitazioni annue presentano valori ancora più bassi, attestandosi intorno agli 850mm. Le precipitazioni raggiungono il livello massimo verso la fine dell’anno, in ottobre, novembre e dicembre. Il primo livello di diminuzione di piovosità si riscontra nei mesi di febbraio e marzo, ma non incide molto sulla fase dello sviluppo, al momento della germogliazione la vite dispone di una sufficiente quantità di precipitazioni. Il livello minimo di piovosità si registra durante l’estate nei mesi di luglio e agosto.
il suolo
L’altopiano del Carso, il cui nome trae origine dalla parola indoeuropea “Kar”, ovvero rupe, roccia, altro non è che un anticlinale, cioè una piega a gobba, allungata da nord-ovest verso sud-est e situata in una vasta area ripartita fra Italia, Slovenia, Croazia. Le forze tettoniche, dando origine all’anticlinale, hanno portato in superficie gli spessi banchi calcarei ricchi di fossili, depositatisi in mare, che caratterizzano l’altopiano e buona parte del costone che si affaccia sull’Adriatico, nonché, limitatamente ad alcune zone, i depositi di flysch, e cioè argille di natura marno – arenacela. I prodotti del disfacimento del substrato calcareo trasportati dal vento formano orizzonti di spessore esiguo. Accumuli più profondi di tali terreni, le cosiddette “terre rosse carsiche”, si riscontrano solo in corrispondenza delle “doline”, depressioni ad imbuto, dove superano anche un metro di spessore e dalle quali si attinge terreno fertile. Caratteristica fondamentale delle “terre rosse” è la straordinaria ricchezza di particelle colloidali, l’alto contenuto di argilla e la scarsità di sabbia. Esiste una grande differenza tra la terra rossa del Carso e le altre terre rosse del mondo. La prima contiene una maggiore quantità di scheletro siliceo, un notevole contenuto di roccia formata di variegati granelli di silice, assenti nelle altre terre rosse. La particolarità di questi terreni è caratterizzata dalla permeabilità del sottosuolo, dove l’acqua filtra scavando nel sottosuolo grotte, pozzi, gallerie, la parte insolubile è la terra rossa del Carso.
i venti
Il Carso assomiglia spesso a una grande porta, attraverso la quale penetra da nord-est un freddo vento continentale, “la Bora”. La Bora che è un vento secco, freddo, che soffia dal continente verso il mare, fa diminuire notevolmente la temperatura dell’aria creando forti sbalzi di temperatura e influisce in maniera significativa sull’ambiente agricolo favorendo il prosciugamento del terreno, accentuandone così lo stato siccitoso, ma nel contempo, durante la buona stagione, contribuendo a contenere l’umidità dell’aria a tutto vantaggio della sanità delle uve. L’influenza della prossimità del mare, si nota quando inizia a soffiare sul Carso il vento caldo, proveniente da sud-ovest, chiamato “Mornik” dagli abitanti locali. Questo vento porta quantità relativamente elevate di umidità.
il territorio
Nel Carso, le condizioni climatiche particolari dovute alla posizione geografica, la terra rossa, i forti drenaggi, l’influsso marino, i forti sbalzi termici rendono possibile la realizzazione di vini longevi, di carattere esclusivo, con dei sentori e delle sensazioni gusto olfattive unici nella loro schiettezza ed eleganza.